Vino analcolico: storia e tradizione del vino verso lo 0,0 | Myalcolzero

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Vino Analcolico Wikipedia: il percorso verso lo 0,0%

Indice:
  1. Alcol e vino analcolico: un legame storico
  2. Vino e birra come sostituti dell'acqua
  3. Alcol in età moderna e contemporanea
  4. Vino analcolico: il ritorno alle origini

alcol e vino analcolico: un legame storico


L'alcol ha accompagnato l'umanità nel suo percorso evolutivo per migliaia di anni, con stime che collocano le prime bevande alcoliche oltre 20.000 anni fa. Si ritiene che i primi agricoltori e cacciatori preistorici fossero già a conoscenza degli effetti psicoattivi di questa sostanza.

Le origini delle bevande alcoliche sono legate alla fermentazione di uva e cereali, pratica comune fin dall'epoca dei Sumeri e degli Egizi, che non solo producevano e consumavano vino e birra ma iniziavano anche a riflettere sui loro effetti, sia benefici che nocivi.

Nell'antichità, l'acqua spesso non era considerata sicura per il consumo a causa della sua qualità dubbia e della mancanza di metodi di depurazione, spingendo così verso il consumo di bevande fermentate come vino, birra e altri fermentati come il pulque, derivato dall'agave messicana, o le varietà fermentate di riso in Cina.

In quel periodo, la birra e il vino erano considerati veri e propri alimenti, consumati da tutti, a prescindere dall'età. Le civiltà occidentali antiche, tra cui quelle babilonese, egiziana, romana e greca, credevano che bere acqua potesse portare a malattie gravi o addirittura alla morte a causa della sua impurità. Di conseguenza, era usuale idratarsi con bevande fermentate, ritenute più sicure. Solo più tardi iniziò la pratica di bollire e depurare l'acqua, un metodo già in uso in alcune civiltà orientali.

Anfore antiche vino
“Nel vino c'è la saggezza, nella birra c'è la forza , nell’ acqua ci sono i batteri.” Proverbio tedesco

Vino e birra come sostituti dell'alcol

Potrebbe sembrare paradossale oggi discutere in questi termini, tuttavia, come vedremo, non è così strano alla luce delle recenti scoperte scientifiche riguardanti il Microbioma Umano. Quest'ultimo si riferisce all'insieme dei microrganismi che vivono in simbiosi con le cellule umane e i loro geni.

L'acqua è un elemento essenziale della nostra dieta, ma sostituirla parzialmente con bevande fermentate potrebbe non essere così irrazionale. Tra gli alimenti fermentati benefici per l'uomo, troviamo non solo vino e birra, ma anche kefir, kombucha, sidro, yogurt e aceto.

Le bevande fermentate sono ricche di enzimi, vitamine, sostanze nutritive e microrganismi prodotti dalla fermentazione. Questi componenti possono offrire diversi benefici per la salute.

Il problema principale resta il contenuto alcolico, che può compromettere gli effetti benefici e la salubrità delle bevande nel lungo termine, in caso di consumo cronico. L'alcol è una sostanza tossica che non fornisce benefici al corpo umano; anzi, può scatenare una risposta immunitaria che varia a seconda della dose consumata e dello stato di salute degli organi incaricati di metabolizzarlo.

La risposta immunitaria può dipendere da molti fattori specifici dell'individuo, ma nel tempo può peggiorare, portando a problemi vari, come malattie autoimmuni, immunodepressione, patologie epatiche e danni a diversi organi.

Già nell'antichità si erano osservati alcuni di questi problemi, nonostante le conoscenze e le alternative disponibili fossero limitate.
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Alcol nell' Era moderna e contemporanea


Dopo il 1600, il consumo di bevande derivate dall'acqua bollita, come il tè e il caffè, iniziò a diffondersi anche in Occidente. Questo cambiamento fu incentivato dalle leggi di ordine pubblico, emanate in Inghilterra circa mezzo secolo prima, che vietavano l'ubriachezza e ne riducevano il consumo.

Più avanti, nel XIX secolo, l'industrializzazione diede il via al processo di urbanizzazione, che proseguì anche nei secoli successivi. Questo portò alla creazione di infrastrutture essenziali per la gestione e la depurazione dell'acqua. La disponibilità di acqua potabile contribuì a ridurre il consumo quotidiano di bevande alcoliche, relegandole a un consumo più occasionale.

Nel 1919, gli Stati Uniti introdussero una legge che proibiva la fabbricazione, la vendita e il consumo di alcol, inaugurando il periodo del proibizionismo. Come è noto, questa politica non riuscì a diminuire il consumo di alcol; al contrario, aggravò il problema incrementando il mercato nero e scatenando conflitti tra contrabbandieri. Nel 1933, la legge fu abrogata da Franklin Delano Roosevelt, segnando la fine del proibizionismo e l'avvio di una regolamentazione legale da parte dello Stato, che iniziò a controllare la produzione di alcolici e a tassarne i proventi.
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il primo vino analcolico italiano

Nel 2012, l'azienda italiana Princess Srl, guidata dal talento di Michele Tait, ha introdotto sul mercato il primo vino "analcolico" italiano, una definizione tecnicamente imprecisa. Hanno inizialmente ridotto la gradazione alcolica del vino a meno dell'1,2% e poi, nel 2013, hanno ulteriormente perfezionato il processo, raggiungendo un contenuto alcolico dello 0,0%.

Da allora, il vino analcolico è diventato una realtà con la quale possiamo riscoprire le radici della nostra cultura, integrando nella nostra quotidianità bevande fermentate che sono benefiche e non hanno effetti nocivi a medio e lungo termine.
Questo ci offre la possibilità di godere delle bevande derivate dalla natura e migliorate dall'intervento umano, contribuendo alla nostra salute e prevenendo malattie legate all'invecchiamento, per una terza età tutta da vivere.

In fondo la storia si ripete... però mai allo stesso modo.

 

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1 commento

  • Maria il giorno

    Non spiegate come togliete alcool dal vino. Si evapora? Si agiingono altri prodotti? I miei ospiti sono delusi x il gusto troppo leggero e fruttato, ma io non demordo!

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