Dipendenza da alcol - vino analcolico può aiutare - Myalcolzero

Il vino analcolico come arma contro l'alcolismo
I disturbi legati all'alcol colpiscono quasi 300 milioni di persone al mondo. Di questi la maggior parte sono uomini e nonostante sia in crescita anche l'alcolismo femminile la distanza rimane comunque lontana( 237 milioni uomini - 46 milioni donne).
Di fronte a questi numeri per fortuna non si è rimasti sordi e di fatto negli ultimi anni le campagne di sensibilizzazione sono giustamente aumentate, in quanto unica vera arma per combattere alla radice questo problema.
Creare conoscenza e consapevolezza risulta l'arma migliore ma talvolta non sufficiente, soprattutto in soggetti deboli, dove la dipendenza può instaurarsi facilmente, rendendo quindi necessario ricorrere a percorsi di recupero personalizzati.
Spesso le persone si chiedono:
Cosa mettere nel vino per smettere di bere?
noi in realtà abbiamo pensato di farci la domanda opposta, ovvero:
"Cosa togliere dal vino per smettere di bere?"
Il consumo di bevande dealcolate, come ad esempio la birra analcolica o il vino analcolico, è cresciuto molto in alternativa ai prodotti alcolici, soprattutto in persone con problemi di salute.
Da questo principio nasce l'idea da parte nostra di servire bevande dealcolate per sfruttare una sorta di "effetto placebo", cercando così di limitare le recidive da parte dei soggetti a rischio, abituandoli gradualmente a fare a meno della sostanza.
Il principio sembra essere un po' quello legato alle sigarette elettroniche:
Spesso la gestualità del fumare, ad esempio, è sufficiente a ingannare il cervello e a offrire sollievo e distrazione dai sintomi di astinenza (soprattutto in alcuni soggetti con forti manifestazioni) rendendo più facile il percorso di recupero dalla dipendenza.
Ma cerchiamo di capire meglio cosa avviene.
Alcolismo dipendenza
Nella dipendenza da alcol, come in tutte le altre dipendenze, alla base c'è sempre un meccanismo di ricompensa legato alla dopamina, neurotrasmettitore del piacere e della motivazione.
Che si parli di alcol, nicotina, droghe, gioco d'azzardo, pornografia ecc, il meccanismo è lo stesso:
Il neurotrasmettitore viene rilasciato ogni volta che proviamo gratificazione producendo via via un percorso sempre più forte e marcato legato all'esperienza; ovvero il cervello ricorda quell'esperienza come piacevole e la memorizza portando l'individuo a ricercare di nuovo quella sensazione.
Una volta che il meccanismo si è instaurato risulta difficile uscirne anche con buona forza di volontà.
Spesso si crea anche una specie di ambivalenza nella mente del soggetto tra il piacere legato alla sostanza e gli effetti collaterali che essa stessa gli provoca: il soggetto ama e allo stesso tempo odia la sostanza.
Semplificando, da un lato ha bisogno della sostanza per provare piacere, dall'altra si rende conto di avere degli effetti nocivi instaurando altri meccanismi psicologici da cui è difficile liberarsi.
Questo stato di ambivalenza può durare a lungo aggravando l'intero quadro mentale e fisico del soggetto, fino a quando "l'inganno" del piacere iniziale, difficilmente replicabile, non viene svelato e l'esperienza rivalutata.
In questi termini offrire un' esperienza similare con una bevanda analcolica può essere utile soprattutto a svelare l'inganno in cui il soggetto è implicato.
Facciamo un esempio concreto:
Servire del vino analcolico a tavola, lasciare che il soggetto stappi la bottiglia e che si serva il bicchiere da solo.
Lasciamolo rivivere l'esperienza, per quanto farlocca, in modo da fargli avere una sorta di effetto placebo legata al ricordo.
In questo modo cosa otterremo?
Innanzitutto il soggetto non sta assumendo alcol, in secondo luogo rielaborerà da solo l'esperienza legata al vecchio ricordo in maniera naturale, terza cosa sarà più positivo nel percorso di recupero.
Effetto placebo
Il meccanismo è già noto da tempo, soprattutto in medicina, dove si riscontrano dei miglioramenti dall'assunzione di una sostanza pur non essendo intrinsechi nella sostanza in sé ma legati al convincimento del paziente, che innesca un complesso di reazioni che lo aiutano a guarire.
Il requisito fondamentale è che nel paziente via sia una sorte di "autosuggestione" che determini il convincimento dello stesso.
Entrando nel caso specifico, possiamo dire che i percorsi neuronali sensibilizzati dal vino tradizionale possono giocare un ruolo fondamentale anche nell'esperienza analcolica rilasciando sensazioni piacevoli, spesso descritte dai consumatori come placebo, grazie alla similitudine dell'esperienza.
Se vuoi approfondire il meccanismo ti consiglio di leggere questo articolo " vino analcolico: l'effetto placebo esiste "
Per concludere il vino analcolico, come la birra e altre bevande 0.0%alc possono essere un valido aiuto in terapie e percorsi di recupero.
Ovviamente questa possibilità va considerata da caso a caso ed eventualmente inserita in un percorso di recupero ad hoc che valuti la risposta del soggetto.
Stando a quanto riferito da alcune persone sembra che il feedback sia positivo in molti casi, considerando anche un altro aspetto importante:
Il vino è una bevanda dalle note proprietà nutrizionali e benefiche, l'unico suo problema è il suo contenuto in alcol!
Una volta eliminato l'alcol ciò che resta non è altro che una bevanda ricca di polifenoli, vitamine, minerali ecc, che possono aiutare a ricostituire il fisico spesso malandato di chi abusa o ha abusato di sostanza alcoliche.
I vini 0.0 più venduti
Se ti è piaciuto l'articolo lascia un commento o condividilo e aiutaci a crescere!
3 comments
-
Annamaria Farinaccio on
Dove posso acquistare vino analcolico?
-
Giammario on
Dove si può acquistare vino analcolico
Interessante l articolo mi piace il vino ma vorrei evitarlo per un periodo visto il contenuto alcolico che fa ingrassare .sarei interessata al vino analcolico dove posso trovarlo ??grazie attendo risposta.vivo a Milano.